In questa poesia,Petrarca si rivolge al fiume Sorga, nel luogo in cui si intrattenne con l'amata Laura, affinché la natura (nelle vesti del fiume stesso) ascolti la sua preghiera, ovvero quella di potere essere seppellito proprio in quel luogo, per lui reso sacro da quell'incontro, per cui spera che la stessa Laura possa continuare ad essergli vicino potendo visitare la sua futura tomba.
Mi sembra più utile, anziché fornire la parafrasi bell'è fatta, dare le indicazioni per poterla svolgere correttamente.
Nella prima strofa, la la frase da cui partire è "Acque chiare, fresche e dolci (in cui l'unica che a me sembra degna di essere considerata donna immerse il bel corpo ...), gentile ramo (che fu contento di farla appoggiare), erba e fiori (che ricoprì la veste fine e aggraziata insieme al petto angelico), aria sacra e serena (dove Amore mi trafisse il cuore con gli occhi belli di Laura) ascoltate voi tutti insieme le mie ultime, tristi parole. "
Nella seconda, si insiste sulla necessità, per chi come lui ha un destino segnato - quello di morire per le sofferenze amorose - di trovare conforto venendo almeno seppellito in quello stesso luogo. Di conseguenza continua il dialogo con questi elementi della natura per convincerli ad accoglierlo: "Se è davvero questo il mio destino e il cielo lavora per compierlo ....sia almeno concesso che il mio misero corpo venga sepolto tra voi".
Nella terza, si augura che se la sua speranza si avvererà, la sua amata potrà visitare la sua tomba e così ricordarlo. Sul piano sintattico è una strofa abbastanza lineare. Interessante il fatto che Laura viene vista come una fera (un animale feroce), per sottolinearne la crudeltà nei suoi confronti.
Nella quarta, ritorna con la memoria al dolce passato, descrivendo con delle immagini nitide i bei momenti vissuti come amanti. "Una pioggia di fiori scendeva dai bei rami e le finivano in grembo ...etc.
Nella quinta, riflette sulle conseguenze psicologiche dell'amore per Laura, cominciando dallo stupore per tanta grazia ("questa donna, per certo, è nata in Paradiso") e continuando con lo sbandamento e la perdita di contatto con la realtà ("A tal punto il portamento divino e il sorriso dolce mi avevano fatto scordare ogni altra cosa e catapultato fuori dalla realtà"). Cosicché negli ultimi versi dice. "Da allora mi piace così tanto questo luogo (identificato dall'erba) che non ho pace altrove."
Nell'ultima, infine, si rivolge alla poesia stessa, dicendole: "Se tu fossi ricca di ornamenti (retorici) per quanto meriti, potresti coraggiosamente uscire dal bosco e andare tra la gente per mostrare la tua bellezza.