Il poeta Gabriele d'Annunzio legge (superficialmente) la teoria di Friedrich Nietzsche sull'Oltreuomo e da quella figura parte per la definizione di quello che chiamerà "superuomo".
Il superuomo, colui in grado di "rendere atto la propria volontà di potenza", è un essere straordinario, in grado di trasformare in azione il proprio pensiero e la propria volontà. Ne è massimo esempio proprio l'artista che, tramite la parola scritta, il marmo o i colori, riesce a rendere concreta la propria immaginazione e il proprio sentire.
Per d'A., il superuomo è in grado di fondersi con la natura in un flusso continuo da uno stato all'altro: da qui prende le mosse il tema del panismo, con una natura che si umanizza (per esempio ne "La sera fiesolana") e uomini che vanno incontro a un processo di vegetalizzazione (è il caso di Ermione ne "la pioggia nel pineto").
Esteta è colui che riconosce al bello un ruolo superiore ad ogni altro valore, sia esso morale o religioso. Esteti erano i dandy, gli elegantoni della società europea tardo ottocentesca, molti artisti decadenti (come lo stesso d'Annunzio e, prima di lui, Huysmans e Baudelaire) e molti protagonisti di opere letterarie (Dorian Gray nel romanzo di Oscar Wilde, Andrea Sperelli in quello di d'Annunzio).